Le Mosche

Mosche di innumerevoli specie hanno afflitto l’uomo e il suo benessere per migliaia di anni. Alcune mosche succhiano il sangue, altre sono saprofaghe (si nutrono di cadaveri), alcune trasmettono organismi patogeni, altre sono parassiti di piante coltivate, alcune vivono a spese di altri insetti, altre infine hanno un ruolo nell’impollinazione delle piante.
Non vi è quindi essere vivente, sostanza o materiale che non entri in contatto con le mosche: la caratteristica del loro apparato boccale e il continuo peregrinare alla ricerca di substrato organico sul quale posarsi per deporre le uova o per nutrirsi, rendendo questo insetto il veicolo principale della diffusione di tifo, peste, lebbra, colera ed altre pericolose epidemie. Le mosche, così come le zanzare, appartengono all’ordine dei DITTERI (di = 2; pteron = ali). I membri alati di quest’ordine posseggono un paio di ali funzionali, accompagnate da un secondo paio posteriore ridotto a organi di bilanciamento a forma di clava.
Gli adulti non posseggono mandibole, ma gli apparati boccali sono modificati in proboscidi per succhiare (apparato boccale succhiante). Le larve sono sprovviste di zampe e la loro testa è spesso ridotta o retratta all’interno del torace. Tutte le mosche hanno una metamorfosi completa che comprende: uovo, larva, pupa ed adulto o immagine.
L’apparato boccale succhiante è atto ad assumere esclusivamente cibi liquidi o semiliquidi e perciò quando la mosca si trova in presenza di alimenti solidi, rigurgita o vomita immediatamente una goccia di saliva per sciogliere l’alimento: inizia così un processo di rimescolamento, suzione ed ulteriore rigurgito.
E’ proprio il rigurgito la fase pericolosa del processo alimentare delle mosche, in quanto con esso la mosca vomita anche batteri, virus, ecc. che ha eventualmente succhiato in precedenza, diffondendo così l’infezione.






