I Topi e i Ratti

I RATTI e i TOPI sono parassiti estremamente importanti. Essendo molto adattabili nelle loro abitudini, essi vivono in stretta associazione con l’uomo, pur rimanendo selvaggi e non addomesticabili. Possiamo trovare i ratti e i topi ovunque vi sia attività umana: in campagna possono mangiare e contaminare le culture nei campi e le merci immagazzinate, nelle industrie possono distruggere alimenti e danneggiare mobili, macchinari ed impianti elettrici, nelle case possono arrivare persino a mordere i bambini durante il sonno. In ogni caso, oltre ai danni diretti che arrecano, sono dei formidabili vettori di malattie: durante la storia dell’uomo, questi roditori hanno causato più morti, più danni economici e miseria di qualsiasi altro gruppo di vertebrati.
Fra le malattie diffuse dai ratti e dai topi estremamente importanti sono il tifo murino, diffuso dalle zecche e dagli acari parassitoidi dei ratti, la leptospirosi, diffusa da un batterio presente nel sangue e nelle urine dei ratti infetti, e la famigerata peste, che nel Medio Evo ha causato la morte di almeno 25 milioni di esseri umani nella sola Europa. I ratti sono infine portatori di microrganismi tifoidi, della dissenteria e della rabbia. Ogni serio programma di controllo murino, è formato da quattro elementi fondamentali:
  • Accurata ispezione per identificare le specie coinvolte, i rifugi e i fattori che incoraggiano lo stabilirsi dell’infestazione;
  • Efficace sanificazione per sottrarre ai roditori il cibo e i nascondigli;
  • Eliminazione fisica di tutte le potenziali entrate attraverso le quali i roditori possono accedere al fabbricato;
  • Riduzione della popolazione attraverso l’impiego di rodenticidi, di trappole e altre misure di controllo.
Un efficace controllo dei roditori comincia  con un ispezione. E’ inutile intraprendere qualsiasi operazione senza prima aver condotto un ispezione per determinare l’entità del problema, le specie infestanti e le condizioni che contribuiscono all’infestazione. L ’ispezione presuppone che si abbia familiarità con i segni chiave dell ’attività dei roditori: animali vivi o morti, rumori caratteristici, escrementi, tracce e camminamenti, nidi e tane, danni da rosura, macchie ed odore di urina. L’ispezione inizia esaminando attentamente l’esterno del fabbricato alla ricerca di possibili accessi e di condizioni che incoraggino l’attività dei roditori, per poi passare all ’interno con una sistematica visita a tutta la costruzione. In questa fase è opportuno dedicare particolare attenzione, oltre che ai segni evidenti di infestazione, anche a tutti quei materiali che possono venire contaminati o danneggiati dai roditori. Può essere di grande aiuto effettuare un monitoraggio con cartoncini collanti, o con trappole a cattura multipla, per valutare le caratteristiche dell’infestazione e programmare al meglio i futuri interventi. Effettuata l ’ispezione, e prima di intraprendere la lotta vera e propria, occorre sensibilizzare i proprietari affinchè si adoperino per rendere il fabbricato “impermeabile ” ai roditori, sigillando ogni possibile pertugio che funga da passaggio, o rifugio, e proteggano ogni alimento dall ’attacco dei roditori. La scelta degli strumenti e dei metodi di lotta deve essere adeguata al tipo di roditore presente e all ’ambiente nel quale si deve operare: evidentemente la derattizzazione di un ‘industria dolciaria pone delle problematiche diverse da quelle che si incontrano nel trattare comprensori comunali, come pure diverso è operare in un ristorante piuttosto che nelle cantine delle abitazioni. Difficilmente il controllo dei roditori può prescindere dalla distribuzione di esche rodenticide, ma la scelta del tipo e del modo 5 in cui posizionarle può condizionare fortemente il risultato del lavoro. Le esche possono venire suddivise a secondo del tipo di veleno che contengono e quindi dall’effetto che provocano sull’organismo dell’animale intossicato. Lina prima grossolana differenzazione si ha fra le esche ad azione acuta e quelle ad azione cumulativa. I veleni ad azione acuta trovano utilizzo solo nei casi in cui si voglia abbassare drasticamente e rapidamente la popolazione dei roditori, prima di intraprendere azioni di controllo vere e proprie. Questo tipo di veleno provoca allarme negli individui sopravvissuti, i quali eviteranno per lungo tempo di cibarsi dell’esca.
I veleni ad azione cumulativa sono largamente i più utilizzati ed agiscono lentamente sull’organismo causando emorragie interne (anticoagulanti di I e II generazione), o per calcificazione degli organi interni. Possono uccidere l’animale a seguito di indigestioni multiple o per assunzioni di minime quantità, ma in ogni caso la morte sopravviene dopo alcuni giorni, evitando cosi di creare sospetto nella popolazione murina. Con l’uso intensivo degli anticoagulanti, nel corso degli anni si sono formati alcuni ceppi di roditori, in particolare di Mus musculus, resistenti a questo tipo di veleno; questo ha portato alla necessità di porre in commercio prodotti sempre più efficaci. Pur non trattandosi di prodotti particolarmente pericolosi, gli operatori hanno preso coscienza del fatto che occorre distribuire le esche avendo cura di preservare bambini, personale estraneo o animali dal contatto delle stesse, e che occorre evitare la contaminazione degli alimenti. Si è pertanto diffuso l’impiego di postazione di esche, con caratteristiche differenti per ogni impiego: esistono perciò “mangiatoie” per esterni inaccessibili ed inasportabili dagli estranei, postazioni per interni adatti all’impiego nei luoghi soggetti a frequenti lavaggi e dove è necessario che l’esca non venga dispersa nei locali e distributori nei  quali il consumo è visibile e la ricarica delle esche può essere effettuata anche da personale non professionale. Nella derattizzazione moderna, viene talvolta applicato il concetto di “lotta integrata” nella quale si abbina l’impiego di esche avvelenate con l’uso di mezzi meccanici. Ad esempio di questo corretto modo di intervenire, può essere analizzata la derattizzazione di un’industria alimentare tipo. Il piano di intervento comprende il posizionamento di postazioni-esca all’esterno dei fabbricati, lungo le recinzioni esterne e lungo il perimetro delle costruzioni, mentre all’interno occorre disporre postazioni fisse lungo le pareti. Nei reparti ove l’impiego di esche avvelenate è sconsigliato (reparti lavorazione e reparti confezionamento) è opportuno impiegare mezzi di lotta “ecologici” quali trappole a cattura multipla e cartoncini collanti. Sia le postazioni-esca all’interno e all’esterno, sia i mezzi meccanici vanno segnalati con cartelli e riportate su una mappa dello stabilimento, per permettere un monitoraggio continuo e sistematico della popolazione murina.
E’ possibile infine, ovviare a uno dei danni che frequentemente i topi causano e che è dovuto alla rosicchiatura dei cavi elettrici, con conseguente interruzione dell’energia e rischio di cortocircuiti e di incendi. Questa operazione viene effettuata proteggendo i cavi all’interno di quadri elettrici e di macchinari, applicandovi una speciale vernice spray che rende il cavo repellente al morso del roditore. La lotta contro i topi, nell’era attuale, ha finito con l’assumere le dimensioni di una lotta contro l’uomo; l’indiscriminato e spesso sproporzionato impiego di veleni si è rilevato infatti come un attacco all’ambiente in cui viviamo e quindi all’intera ecologia senza risolvere in modo radicale il problema. Peraltro i nostri sistemi di vita hanno favorito una proliferazione abnorme di topi per cui il fenomeno, in alcuni casi, ha assunto livelli pericolosi per l’umanità intera. Da qui la necessità di combattere questi roditori con sistemi nuovi, razionali ed innocui, che riescano a far rientrare il loro numero a livelli sopportabili dall’ambiente, in quell’equilibrio ecologico che il progresso (e la conseguente distruzione dei naturali nemici del topo) ha oggi alterato. 

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